Studio CICERO: Abciximab per via intracoronarica nell’infarto STEMI
Lo studio CICERO ( Comparison of Intracoronary Versus Intravenous Abciximab in ST-segment Elevation Myocardial Infarction ) ha mostrato che la somministrazione intracoronarica di Abciximab ( ReoPro ), un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa ( GP IIb/IIIa ), rispetto alla somministrazione endovenosa non ha migliorato la riperfusione miocardica come valutato dalla risoluzione elettrocardiografica del segmento ST, ma ha prodotto un miglioramento della riperfusione miocardica come valutato dal grado di blush miocardico, e ha ridotto la dimensione dell'infarto stimata dalla curva enzimatica nei pazienti con infarto STEMI sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario con aspirazione del trombo.
Nello studio, 534 pazienti con infarto STEMI ( infarto miocardico con sopraslivellamento ST ) sottoposti a PCI primario con aspirazione del trombo entro 12 ore dall'insorgenza dei sintomi sono stati assegnati in modo casuale a un bolo intracoronarico o a un bolo endovenoso di Abciximab (0.25 mg/kg).
I pazienti sono stati pretrattati con Acido Acetilsalicilico, Eparina e Clopidogrel.
I risultati non hanno mostrato differenze tra i gruppi riguardo all'endpoint primario ( incidenza di ripristino della riperfusione miocardica, definita come la più completa risoluzione del segmento ST ).
La riperfusione miocardica ( uno degli endpoint secondari ), valutata dal grado di blush miocardico, è risultata migliorata nel gruppo somministrazione intracoronarica.
E’ stata riscontrata una riduzione di circa il 30% nella dimensione dell'infarto, senza differenza tra i gruppi.
Sono state osservate incidenze di eventi cardiaci avversi maggiori a 30 giorni simili tra i due gruppi, ma lo studio non era dimensionato per mostrare una differenza nei risultati clinici.
Non sono emersi eventi avversi procedurali relativi alla somministrazione intracoronarica di Abciximab.
L'incidenza di sanguinamento maggiore o minore in ambito ospedaliero, è stata bassa e simile tra i due gruppi.
Un precedente studio di minori dimensioni, aveva indicato più elevati tassi di risoluzione del segmento ST con la somministrazione intracoronarica che con Abciximab per via endovenosa, ma secondo gli Autori questa differente conclusione sarebbe dovuta a diversità nel rischio clinico della popolazione esaminata e nell’uso di Clopidogrel e di aspirazione del trombo.
La discrepanza tra riperfusione miocardica, valutata mediante risoluzione del segmento ST, e grado di blush miocardico potrebbe essere dovuta al fatto che le due misure rappresentano diversi fenomeni fisiopatologici; mentre il grado di blush riflette la pervietà meccanica del microcircolo, la risoluzione elettrocardiografia del segmento ST può riflettere lo stato funzionale delle cellule del miocardio.
Inoltre alla base ci potrebbe essere il diverso periodo di tempo in cui i due marcatori vengono misurati dopo PCI primario: il grado di blush è misurato immediatamente dopo l’intervento coronarico percutaneo, mentre la risoluzione del segmento ST è misurata 30-60 minuti dopo PCI; l'effetto benefico della somministrazione intracoronarica sulla riperfusione miocardica potrebbe essere presente subito dopo l’intervento, ma non a 30-60 minuti. ( Xagena2010 )
Fonte: American Heart Association (AHA) Meeting, 2010
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